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Liquian: una città romana nel cuore dell’estremo oriente

Nel 20 a.C. l’Impero Romano concluse un trattato di pace con i Parti richiedendo la restituzione dei soldati prigionieri dal 53 a.C. Ma i soldati sopravvissuti non furono mai trovati in Partia. Dove erano mai finiti?

Liquian ( Liqian-Li Chen ) è un villaggio situato nel cuore del Gansu, una regione cinese situata a nord-ovest del paese, nel bordo del deserto del Gobi in una zona totalmente rurale.

Il piccolo villaggio cinese divenne famoso nel 1955 grazie agli studi del professore e prolifico sinologo Homer Dubs, incentrati sui rapporti tra la Cina e l’Impero Romano. Secondo Dubs, Liquian non sarebbe altro che un villaggio fondato da un gruppo di legionari romani che dopo varie peripezie giunsero nella regione cinese. Il suo lavoro si proponeva di dimostrare come durante la battaglia di Carre del 53 a.C tra le legioni comandate da Crasso e l’Impero dei Parti, una legione romana abbia sfondato le linee nemiche evitando l’accerchiamento e il conseguente massacro. Mentre il resto dell’esercito quindi periva sotto i colpi inflitti dai Parti, questa legione, per scampare al massacro, marciò dal luogo della battaglia, cioè l’odierna Turchia, fino ai confini tra la Mongolia  e la Cina.

Lo storico cinese Ban Gu nella sua opera “storia della dinastia Han” ( 206 a.C. – 9 d.C. ) afferma che durante la battaglia di ZhiZhi nel 36 a.C., i nemici hanno soldati disposti in formazione con i loro scudi circolari che sembrano scaglie di pesce ( che ricorda tanto la testudo romana ). Molti storici moderni ( tra cui Dubs ) trassero la conclusione che questa originale armata era costituita dai resti di quella legione dispersa a Carre. La battaglia di Zhizhi combattuta dai Cinesi contro un nemico insolito che combatteva in maniera per essi sconosciuta (vallum in pali di legno e parmae, scudi rotondi disposti a squame di pesce), fu vinta dall’esercito Han che, conquistata la città, deportò questi soldati in una località al confine tra la Cina e la Mongolia. La località prenderà il nome diLijian, che era il nome con cui venivano indicate le terre occidentali, compreso l’Impero Romano.

Nel 1993 alcuni archeologi effettuarono degli scavi nel villaggio di Zhelaizhai. Gli abitanti del luogo chiamavano “rovine di Lijian” un muro di cinta molto antico. Esso era lungo oltre 10 metri, alto 1-2 metri e largo nel punto più massiccio circa 3 m. Questo muro era a forma di S ed era stato costruito in argilla cruda compressa. Sappiamo però che a partire dagli anni 70 molti contadini cominciarono a usare il muro come cava di argilla, e secondo le fonti il muro in origine sarebbe stato lungo circa 100 metri. Durante gli scavi vennero trovati vasellame metallico, calderoni di ferro, e vasi in porcellana, utensili di tipo occidentale.

Seppur oggi la popolazione del villaggio presenta più caratteri caucasici ( occhi chiari, carnagione chiara, naso adunco, capelli biondi o ricci, altezza elevata ) che asiatici, molti storici rimangono scettici o non concordano assolutamente con le teorie di Dubs e di altri storici. Per dare delle risposte concrete sono tutt’oggi in corso delle ricerche genetiche sul DNA degli attuali abitanti del villaggio di Liquian e dei villaggi limitrofi.

Se la teoria fosse confermata sarebbe affascinante sapere che per un istante della storia due culture talmente lontane quanto immense si siano incontrate. Roma e Cina, due nazioni ai confini del mondo antico che per decenni si sono temute senza essersi mai conosciute.